Jueves Santo por Ermes Dovico
REAZIONI AVVERSE/TESTIMONIANZE

«Macché benefici, per noi "fragili" dal vaccino solo danni»

Il suo post contro la terza dose ha fatto il giro del web. Ora, all'ex consigliere regionale di Aosta Stefano Ferrero arrivano numerose storie come la sua: «La storia di un paziente oncologico immunocompromesso. Il vaccino mi ha fatto tornare al punto di partenza, alle infiammazioni post trapianto e mi ha reso la vita impossibile: bocca, muscoli, occhi, sistema immunitario: tutto è infiammato. Non farò mai la terza dose, ci hanno trattati come cavie». Poi l'appello: «Voglio creare un'associazione di malati fragili vittime del vaccino, per noi i rischi hanno superato i benefici». 

Actualidad 23_09_2021

Il suo post in cui annunciava che non avrebbe fatto la terza dose perché il vaccino gli sta rendendo la vita impossibile, in appena un giorno e mezzo ha suscitato migliaia di reazioni. E già dieci persone - come dirà in questa intervista alla Bussola - hanno contattato Stefano Ferrero, 58 anni, dipendente pubblico con un passato in politica per testimoniargli la medesima condizione. Che è quella di essere pazienti oncologici, quindi considerati fragili, che però hanno avuto una reazione immunitaria spropositata che li ha fatti ritornare indietro a quando si stavano curando. «Come al gioco dell’oca, ha presente?», spiega l’ex consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle di Aosta e poi di Fratelli d'Italia.

Ferrero, un passo indietro. La malattia.
Nel 2016, un linfoma, 8 cicli di chemio della durata di una settimana ciascuno, una quantità vasta di chemioterapici. Ci arrivo in fondo stremato.

Guarito?
No, mi dicono che sono chemio resistente e mi fanno un trapianto di cellule da donatore. Il trapianto va bene, ma neanche un anno dopo sviluppo una reazione di rigetto chiamata GVHD (Graft Versus Host Disease) che richiede la somministrazione di un immunosoppressore chiamato ciclosporina. In parole povere: dato che le cellule che sono state trapiantate dell’ospite hanno un effetto immunitario troppo elevato e attaccano i tessuti della persona trapiantata, bisogna modularli. La ciclosporina ha questo effetto.

Problemi?
Ha diversi effetti collaterali, ma nel mio caso il beneficio è superiore al rischio. Le cose migliorano, col tempo si inizia a ridurre la ciclosporina per poterla poi eliminare del tutto.

E arriva così a prima della vaccinazione. In che condizioni era?
Ero arrivato a un buon livello non avevo più sintomi invalidanti.

E poi?
Dopo la seconda dose mi sono ritrovato con una impennata infiammatoria esagerata che mi ha attaccato gli occhi, il sistema digerente e le mucose della bocca. Le risparmio i dettagli…

E quindi in che situazione è precipitato?
Sono tornato alla situazione post trapianto, di quando avevo avuto l’evidenza di rigetto cronica. È stato un gioco dell’oca, con un aggravamento dei sintomi, alcuni dei quali addirittura più gravi della fase pre-trapianto. 

Ad esempio?
Dolori muscolari, respiro difficile, il tutto permanente da mesi. Devo mettermi in continuazione un collirio agli occhi, è snervante. Quindi per me la questione rischi-benefici è decisamente in passivo.

La Bussola sta raccontando storie di reazioni avverse gravi su soggetti sani, qui invece siamo di fronte a un caso di paziente malato, con immunodepressione. La questione del vaccino agli immunocompromessi è stata sempre ambigua: all’inizio si diceva che sarebbero stati esentati dalla campagna, ora invece si propone addirittura la terza dose. Come stanno le cose?
Per quanto mi riguarda, la terza dose non la farò mai. Ho le difese immunitarie basse, la somministrazione del vaccino mi ha mandato in tilt il sistema immunitario con una iper-reazione che ha sballato l’equilibrio che avevo trovato. L’aspetto più grave è un altro.

Quale?
Nessuno ha fatto il calcolo degli anticorpi che sono presenti dopo due o tre mesi nel sangue di un immunodepresso: sembrerebbe che il fatto di essere immunodepressi non generi anticorpi se non dal 17 al 20% e quindi non certo quell’80 o 90% che dicono in una persona sana. Col vaccino per noi si rischia di fare una cosa non solo dannosa, ma anche inutile. 

Sta dicendo che non avreste copertura contro il covid?
Se un immunodepresso non vaccinato contrae il virus, c’è una percentuale inferiore di avere sintomi gravi da parte del virus, perché l’immunosoppressione impedisce al sistema immunitario di dare una botta tremenda.

Però è anche vero che un immunodepresso rischia di avere più difficoltà a sviluppare gli anticorpi contro il covid. Che cosa dicono i medici?
Ho cercato anche di avere un confronto con loro, ma sono tutti molti reticenti. Probabilmente non hanno evidenze.

Sta parlando di oncologi o medici di base?
Oncologi, si sono espressi in termini di possibile correlazione col vaccino, ma non sono andati oltre. Certo, considerato che i primi sintomi sono comparsi due giorni dopo la seconda dose…

Che cosa chiede?
Vorrei cautela, vorrei che gli studi fossero davvero indipendenti e non legati alle case farmaceutiche.

Ora promuoverà un’associazione di malati oncologici nella sua situazione. Che scopo si prefigge?
Portare all’attenzione il tema della vaccinazione agli immuno-compromessi. E soprattutto ascoltare i loro timori rispetto a quanto il rischio che si assume sia più o meno calcolato. Il fatto è che ci hanno chiesto di fare una cosa ad occhi chiusi come cavie e questo non sta dando buoni frutti.

Come è cambiata la sua vita?
È stata rivoluzionata drasticamente in peggio, anche dal punto di vista psicologico, sull’umore, per una persona che ha problemi al sistema immunitario viene meno una serenità che è indispensabile per affrontare la vita.