San Félix I por Ermes Dovico
110 LGBT IN VATICANO

Lgbt accolti dal Papa, tra soliti noti e tifosi del Ddl Zan

Un altro segnale chiaro del grande pressing per portare al Sinodo il tema delle coppie omosessuali è l’obiettivo raggiunto di far incontrare con papa Francesco una delegazione di La Tenda di Gionata: 110 cristiani LGBT, i loro genitori e gli operatori pastorali che li accompagnano con "l’immancabile" don Gian Luca Carrega. Tra loro anche Francesca Malagnino, un'attivista lesbica che ha consegnato a Francesco una lettera di "cristiani" Lgbt. Ed è tra le firmatarie di un appello ai senatori per l'approvazione del Ddl Zan. 

Editoriales 22_09_2022

L’anno che ci separa dalla XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si celebrerà nell’ottobre del 2023, ha assunto una direzione piuttosto precisa. Il 20 settembre i vescovi fiamminghi, con a capo il cardinal Josef De Kesel, hanno aperto pubblicamente alla benedizione di coppie omosessuali, offrendo anche uno schema per la corrispondente cerimonia (vedi qui). Salvo poi, di fronte alle inevitabili polemiche, far finta di aggiustare il tiro.

Dopo che Willy Bombeek, punto di riferimento designato dai vescovi per coordinare i vari responsabili diocesani della pastorale dei «credenti che vivono una relazione omosessuale stabile», aveva dichiarato con grande chiarezza che la “liturgia” ideata intende precisamente «benedire la loro unione, questo amore, questa fedeltà», il portavoce della Conferenza Episcopale del Belgio, padre Tommy Scholtes ha cercato di sfumare gesuiticamente i contorni (vedi qui): «Viene sì proposta una preghiera con delle persone omosessuali, ma non si parla di coppia e tanto meno di matrimonio». Il gesuita, rivolgendosi a i.Media, ha voluto altresì ribadire che la benedizione alla fine del rito non intende essere in alcun modo una benedizione nuziale, ma una semplice benedizione conclusiva.

Da parte sua, il Segretario della stessa Conferenza Episcopale, Mons. Herman Cosijns, si è guardato bene dal chiarire di non voler andare contro il Responsum del 2021, limitandosi invece a rivendicare una fedeltà all’esortazione post-sinodale Amoris Laetitia: «I vescovi vogliono accogliere, ma non intendono assolutamente andare al di là di Amoris Lætitia, nel solco della quale si iscrivono completamente».

Se l’intento era quello di far smontare la polemica, il risultato è invece di mostrare ancora di più l’ipocrisia formalista che già traspirava dal comunicato dei vescovi. Basta infatti dare una rapida lettura ai testi proposti per questo momento di preghiera con le persone omosessuali. Anzitutto la preghiera con la quale «due persone coinvolte» – notare – «insieme esprimono davanti a Dio il loro impegno reciproco». Secondo Scholtes, non si parlerebbe di coppia: ma due persone che insieme esprimono un impegno reciproco di fedeltà non formano una coppia? E se lo compiono in chiesa, davanti a Dio ed alla comunità, non richiamano per caso il matrimonio? Valuti il lettore il tenore della preghiera (la cui traduzione in italiano è presa da qui): «Vogliamo essere presenti l'uno per l'altro in tutte le circostanze della vita. Esprimiamo con fiducia che vogliamo lavorare sulla felicità dell'altro, giorno per giorno. Preghiamo: concedici la forza di essere fedeli l'uno all'altro e approfondire il nostro impegno».

L’altra preghiera, quella comunitaria, chiede che «la grazia di Dio possa operare in loro per prendersi cura gli uni degli altri»; e si rivolge a Dio che conosce «i loro cuori e la strada che percorreranno insieme d'ora in poi», domandando che renda «forte e fedele il loro impegno reciproco. Che la loro casa sia piena di comprensione, tolleranza e cura […]. Che l'amore che condividono li delizi e li renda utili alla nostra comunità».

Un altro segnale piuttosto chiaro del fatto che è iniziato il grande pressing per portare al Sinodo il tema delle coppie omosessuali è l’obiettivo raggiunto di far incontrare con papa Francesco una delegazione di La Tenda di Gionata: «110 cristiani LGBT, i loro genitori e gli operatori pastorali che li accompagnano», precisa il portale. L’immancabile don Gian Luca Carrega, responsabile della pastorale per le persone omosessuali della diocesi di Torino, ha potuto scambiare due brevi parole con il Papa (vedi qui): «C’è stato il tempo di un breve saluto. Al Santo Padre ho donato due libri di testimonianze, Genitori fortunati (a cura della Tenda di Gionata, Effatà editrice) e Figli di un Dio minore? (di Luciano Moia, Edizioni San Paolo), che raccolgono tante storie toccanti, ma raccontano anche il nostro lavoro di ascolto e di accoglienza fatto da tante persone vogliono che le persone lgbt, nella Chiesa, non siano più “figli di un Dio minore”». Una vera fortuna ricevere in omaggio il libro di Moia.

Don Carrega prosegue confessando di aver ringraziato il Papa per la pubblicazione di Amoris Laetitia: «Il Papa ha ascoltato, e ha sorriso. Gli ho raccontato che questo testo ci incoraggia come operatori pastorali lgbt ad andare avanti. Salutandolo gli ho detto: lei, Santità, ha due mani. Con una ci indichi il cammino e con l’altra ci protegga, perché c’è ancora pregiudizio e una discriminazione ingiusta delle persone lgbt nella Chiesa».

Per l’occasione, Progetto Gionata fa sapere che Francesca Malagnino «una giovane lesbica cattolica che si racconta con la sua compagna in questo video» ha consegnato «nelle mani del pontefice le lettere accorate di tanti cristiani LGBT, alcuni in coppia da anni, e dei loro genitori che chiedono al Santo Padre di costruire insieme “una Chiesa ospitale che non esclude nessuno”». La Malagnino, che tra l’altro compare tra i firmatari della Lettera aperta ai Senatori dell’11 luglio 2021 per approvare senza modifiche il ddl Zan, nel video spiega con molta semplicità che l’obiettivo è quello di essere riconosciuti «come coppie, come famiglie normali».

Vita sessuale al di fuori del matrimonio e tra due persone dello stesso stesso: tutto normale, madama la Marchesa. Avanti tutta per promuovere l’agenda lgbt nella Chiesa. E siamo solo all’inizio.