San Félix I por Ermes Dovico
SULLE TRACCE DI MARIA/ 14

Il santuario di Santa Maria Rosa Mistica dove la veggente Pierina incontrava la Madonna

La traccia mariana che andiamo a esaminare questa volta si trova in provincia di Brescia, e più precisamente a Fontanelle. Qui sorge un luogo di preghiera intitolato a Maria “Rosa Mistica e Madre della Chiesa”. Un santuario a cielo aperto, chiamato fin da subito la "piccola Lourdes italiana". Ecco la sua storia.

Ecclesia 02_11_2014
Il santuario di Santa Maria Rosa Mistica di Fontanelle

Carissimi amici, la traccia mariana che andiamo a esaminare questa volta si trova in provincia di Brescia, e più precisamente a Fontanelle, una piccola località tra Montichiari e Carpenedolo facilmente raggiungibile percorrendo l’autostrada A4 Torino-Trieste e uscendo al Casello di Brescia Est. In questo luogo sorge un luogo di preghiera intitolato a Maria “Rosa Mistica e Madre della Chiesa”. Per quanto vi racconterò, sono anzitutto debitore all’amico Riccardo Caniato che, insieme a Rosanna Brichetti Messori, ha curato per Ares l’edizione del bellissimo libro di monsignor Rodolfo Galbiati (1914-2004) sulle apparizioni di Maria Rosa Mistica e Madre della Chiesa a Fontanelle. E proprio con le parole dell’illustre biblista ed esegeta, per tanti anni docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, vorrei presentare il luogo in cui vorrei condurvi questa volta, per compiervi insieme a voi una sorta di pellegrinaggio spirituale: «Dal 17 aprile 1966 la località Fontanelle di Montichiari (Bs) è diventata un santuario a cielo aperto, dove Maria, la Madre di Dio, venerata sotto il titolo di “Rosa Mistica”, elargisce grazie spirituali e materiali ai fedeli e sollecita preghiere e sacrifici per la santificazione delle anime consacrate a Dio e al servizio della Chiesa». Ecco, già queste poche parole fanno comprendere come in quel piccolo luogo si accaduto – e accada tutt’oggi – qualcosa di grande, per mezzo di Maria.

Vediamo dunque di presentare, in maniera sintetica, i fatti relativi alle apparizioni di Fontanelle e di Montichiari. E così dicendo chiariamo subito che si tratta di apparizioni che, avvenute in diversi tempi e di differenti luoghi, non hanno ancora ricevuto approvazione e riconoscimento ecclesiastico, essendo ancora in corso l’esame da parte dell’autorità competente. Ne diamo pertanto conto come pura testimonianza umana, in conformità ai decreti in materia di papa Urbano VIII. Possiamo però anticipare che il culto di Maria “Rosa Mistica” è invece stato approvato, avendo la Chiesa riconosciuto la bontà dei frutti di fede, carità e preghiera che la devozione sorta a Fontanelle di Montichiari ha portato nel corso degli anni. Dobbiamo dunque parlare della Vergine Maria e della sua materna misericordia nel presentarsi agli uomini in un dato tempo e in un dato luogo per offrire un messaggio valido anche per noi oggi. Ma, come sempre accade quando la Madonna si è manifestata all’umanità, dobbiamo partire dallo strumento che la Vergine ha scelto per comunicare ai fedeli, cioè alla persona – in questo caso Pierina Gilli – scelta come veggente e intermediario.

Pierina Gilli nasce il 3 agosto 1911 a Montichiari, in provincia di Brescia, dove muore il 12 gennaio 1991, quasi ottantenne. La famiglia, di umili origini, viveva del lavoro dei campi, allevando i figli – Pierina fu la prima di nove – nella povertà e nella fede robusta. Fin da piccola la bambina vive esperienze di grande sofferenza – anticipando così, lo vedremo, il messaggio di Maria Rosa Mistica – sia per la salute precaria sia per la morte del padre, in seguito alla guerra, nel 1918. A causa di questa perdita, Pierina trascorre 4 anni in orfanatrofio presso le Ancelle della Carità, per tornare poi in casa dove la mamma, risposatasi, ha bisogno di aiuto per badare alla numerosa prole. Giunta ai diciotto anni, la ragazza riceve una seria e onesta proposta di matrimonio, ma non si sente di esser fatta per quella scelta, percependo che il Signore la vuole tutta per sé. Desiderosa di entrare come postulante presso le Ancelle della Carità, viene colpita da pleurite e, per le deboli condizioni fisiche, deve ripiegare sull’andare a servizio presso un sacerdote, don Giuseppe Brochini, nella vicina Carpenedolo, rimanendovi fino a 26 anni. Non potendo essere ammessa come postulante religiosa per la precaria salute, a 29 anni viene assunta presso l’ospedale civile di Desenzano del Garda, dove prestano servizio proprio le Ancelle della Carità. 

Desidero farvi notare, cari amici, che in tutti questi anni Pierina cerca di rispondere alla sua vocazione religiosa, ma questo le è impedito a causa delle sofferenze e delle malattie che la colpiscono a più riprese: in questo si vede un’anticipazione dell’invito che Maria le rivolgerà affinché si sacrifichi in prima persona in favore delle anime consacrate.   Finalmente – il 14 aprile 1944 - ormai 33enne Pierina riesce a coronare il suo sogno ed entra in convento come postulante presso le religiose Ancelle della Carità, a Brescia. La gioia dura però poco, poiché già a dicembre la donna è colpita da meningite e ricoverata in isolamento. Le condizioni gravissime consigliano di impartirle gli ultimi sacramenti, nell’attesa della morte ritenuta imminente. Ma proprio quando la sofferenza sempre raggiungere l’acme, ecco che hanno inizio gli straordinari avvenimenti che trasformeranno radicalmente la vita di Pierina. Leggiamo insieme dal suo diario, con le opportune riduzioni: «La mattina del 17 dicembre 1944 sentii aprire la porta della mia stanzetta e vidi entrare una suora vestita di nero che io credevo fosse la reverenda madre della casa. Tale suora mi si avvicinò e mi disse: “Come stai, Pierina?”. Io risposi: “Mi fa molto male la testa”. Ella mi disse: “Questo vasettino (perché teneva tra le mani un vasettino bianco) me lo diede una Signora per ungerti. Il male che provi alla testa ti continuerà ancora un po’… avrai una nuda croce da portare, poi guarirai”. Indi mi fece cenno di mettermi sul fianco destro; ella stessa (la suora) mi unse la parte ammalata. Mi sorrise e uscì dalla stanza. Dopo breve tempo entrò un’altra suora vestita di bianco, chiedendomi come mi sentissi. Io risposi “Sto meglio!”. Prima che la suora partisse la pregai di chiamare la reverenda madre perché volevo ringraziarla… In realtà né la reverenda madre né la suora infermiera né alcuna altra suora era stata presso di me per prestarmi tale medicamento. Allora compresero le suore che non poteva esser stata che suor Maria Crocifissa Di Rosa, loro fondatrice, che appunto in quel giorno festeggiavano».

Sarà proprio tale fondatrice delle Ancelle della Carità a preparare Pierina agli incontri con la Madonna, per poi apparirle numerosissime volte nel corso della sua vita per confortarla e istruirla sulla sua missione. Nei due anni successivi Pierina vivrà condizioni di alterna salute, arrivando a un grave peggioramento nel novembre 1946, mentre si trovava a servizio come infermiera presso l’Ospedale di Montichiari. Proprio nel momento di maggior sofferenza, la Vergine le fa il dono di apparirle, come leggiamo ancora dal suo diario: «La notte dal 23 al 24 novembre, proprio quando mi sentivo mancare la vita, verso le tre sentii avvicinarsi qualcuno. Vidi una suora che io riconobbi. Allora quella suora (beata Maria Crocifissa) con la mano sinistra mi fece cenno di guardare in un angolo della stanza. Allora io vidi in quel momento una bellissima Signora come trasparente, vestita di color viola e un velo che le copriva la testa e scendeva fino ai piedi, di color bianco; teneva le braccia aperte e così si potevano vedere tre spade che le erano conficcate nel petto in corrispondenza del cuore. La beata Maria Crocifissa mi disse allora che quella Signora era la Madonna, la quale chiedeva a me preghiere, sacrifici e sofferenze per riparare i peccati di tre categorie di anime consacrate a Dio.  Primo: per le anime religiose che tradiscono la loro vocazione. Secondo: per riparare il peccato mortale di queste anime. Terzo: per riparare il tradimento dei sacerdoti che si rendono indegni del loro sacro ministero. Particolarmente mi raccomandò la santificazione dei sacerdoti, dicendomi: “Se questi saranno santi, tante anime si santificheranno”. Mentre la beata Maria Crocifissa così parlava, la bella Signora si avvicinò alquanto e io potei vedere due grosse lacrime scendere dagli occhi e sentii la sua voce che diceva: “preghiera, sacrificio e penitenza”. Mentre contemplavo quelle dolci e soavi figure all’istante scomparvero».

Ecco dunque che emerge il messaggio e la proposta di Maria Rosa Mistica: la preghiera, la penitenza e la sofferenza come riparazione per le comunità religiose. La seconda apparizione della Madonna – non più in visione, ma come persona presente – avviene il 1 giugno 1947. Pierina ha alle spalle un mese di intense sofferenze fisiche e di persecuzioni diaboliche. Leggiamo ancora dal suo diario: «Verso le tre e quindici del 1 giugno 1947 fui svegliata da un leggero rumore. Apersi gli occhi e vidi una suora vestita di nero. Svegliai la madre e la suora dicendo loro: “C’è la madre fondatrice”. Mi alzai, mi posi in ginocchio; ed ecco a destra della beata mi apparve la Madonna non più “trasparente” ma come persona vivente, con le braccia aperte, così che io potevo osservare tre spade confitte nel petto. Domandai alla santissima Vergine che si mostrasse anche alla madre e alla suora presenti. La Madonna rispose: “Dì loro che ci vedranno più belle in paradiso». Notiamo, cari amici, come queste parole valgano anche per noi, oggi. Dinnanzi all’umano desiderio del poter ricevere segni dal Cielo, la Madonna ci dice di dare prova di fede e attendere la visione, perfetta e piena, che ci attende in Paradiso.

La beata rivela quindi a Pierina che le penitenze richiestele in quei giorni sono servite a riparare le offese che il Signore riceve dalle anime consacrate che vivono nel peccato. E spiega anche che la visione dell’inferno che la veggente ha poco prima avuto è stata necessaria affinché ella si rendesse conto di quanto grave è il peccato mortale delle anime consacrate. Maria Crocifissa rivelò quindi che la Vergine desiderava che in ogni istituto ci fossero almeno tre suore che si offrissero come mistiche rose: una come rosa bianca, simbolo della preghiera riparatrice; una seconda come rosa rossa, simbolo dello spirito di sacrificio riparatore; infine una terza come rosa giallo-oro quale spirito di immolazione e per la santificazione dei sacerdoti. La visione quindi scompare, lasciando una profonda pace nell’animo di Pierina.

Passa quindi un mese, dove le sofferenze e le vessazioni contro la religiosa si intensificano. Finché si giunge alla terza apparizione della Madonna, come Pierina racconta nel suo diario: «Erano pressappoco le ore quattro del mattino del giorno 13 luglio (nella camera dell’ospedale di Montichiari). Ed ecco, a un tratto, di nuovo quel leggero fruscio, come un delicato vento che viene verso la persona, il quale per se stesso dà già un senso di gioia, senza rendersi conto del perché. Dopo questo dolce avvertimento, vidi una bellissima luce. Vidi apparire una bellissima Signora, vestita di bianco (non più di viola, ndr), come di un raso finissimo, che nello stesso splendore della candida veste aveva riflessi argentei. Appena la vidi non mi vergognai di trovarmi alla sua presenza piena di peccati, anzi il suo sguardo così pieno di bontà m’infuse nell’animo tanta gioia che non potei fare a meno di esclamare: “Oh, com’è bella!”».

Ecco il segno della Divina Misericordia in Maria: non si teme di avvicinarsi a Lei pur con tutta la consapevolezza del proprio peccato, ben sapendo che lei stessa intercede presso Gesù il perdono per le nostre colpe… «Nonostante avessi la certezza che fosse la Madonna, volli chiedere: “Ditemi, in carità, chi siete voi?”. Con grande dolcezza mi rispose: “Io sono la Madre di Gesù e la Madre di tutti voi”. Così dicendo la Madonna aprì le braccia e con esse il manto e mi mostrava che le tre spade, che l’altra volta aveva puntate sul cuore, ora non vi erano più. Infatti, al posto di esse spiccavano tre bellissime rose: bianca, rossa e l’altra gialla con riflessi oro. Mi venne spontaneo abbassare gli occhi e vidi tre spade ai piedi della Madonna, in mezzo a tante rose del medesimo colore di quelle che aveva sul petto». Le spade sono cadute dal cuore della Madonna, segno che le sofferenze e le offerte riparatrici di Pierina hanno sostituito al dolore della Vergine il sollievo dell’ardente carità in favore delle anime consacrate.

Leggiamo ancora dal diario: «Riprese a dirmi con un tono “autorevole”, con cui trasmetteva un comando che essa aveva ricevuto dal Signore (eh sì, perché Maria è sempre mediatrice, messaggera e ambasciatrice celeste tra gli uomini, ndr): “Nostro Signore mi manda per portare una nuova devozione mariana in tutti gli istituti e congregazioni religiose, maschili e femminili, e anche ai sacerdoti secolari. Prometto a quegli istituti religiosi o congregazioni che più mi onoreranno che saranno da me protetti e avranno maggior fioritura di vocazioni e meno vocazioni tradite, meno anime che offendono il Signore col peccato grave e grande santità nei ministri di Dio. Desidero che il giorno 13 di ogni mese sia la “giornata mariana” alla quale siano premesse preghiere speciali di preparazione per 12 giorni». Notiamo come la scelta del giorno 13 costituisca un evidente richiamo alla apparizioni di Fatima, iniziate il 13 maggio 1917, in cui il messaggio era stato proprio l’invito della Regina del Rosario alla preghiera per la conversione dei peccatori. Anche in questo caso si chiede preghiera e sacrificio, questa volta per le anime consacrate. Due beneficiari diversi, potremmo dire, ma sempre un forte e urgente richiamo alla preghiera di intercessione.

Dopo che la Vergine si diffonde a meglio precisare gli impegni di preghiera, sacrificio e immolazione richiesti in favore delle anime consacrate, ecco che Pierina chiede un miracolo esterno come segno della sua venuta. Leggiamo ancora dal diario: «La Madonna mi rispose con mestizia: “Io non farò alcun miracolo esterno. Il miracolo più evidente avverrà quando queste anime consacrate che da tempo e specie nel periodo della guerra si sono rilassate nello spirito, così da tradire la loro vocazione attirare con le loro colpe castighi e persecuzioni, cesseranno di offendere gravemente Nostro Signore e torneranno a rivivere il primitivo spirito dei santi fondatori». Ecco dunque che alla richiesta di un miracolo esterno la Madonna replica indicando nella conversione del cuore delle anime consacrate il segno evidente dei prodigi operati dalla grazia divina. Credo che questo richiamo possa valere come utile richiamo per giudicare le apparizioni mariane – quelle moderne, ormai concluse, ma anche quelle tuttora in corso – puntando lo sguardo non tanto sui segni esteriori che accompagnano tali manifestazioni o sulle guarigioni fisiche, ma sui veri miracoli, ovvero quelle guarigioni del cuore e conversioni che segnano il ritorno delle anime a Dio.

Un segno viene tuttavia concesso, poiché il 22 ottobre 1947, nella cappella dell’ospedale di Montichiari, verso le 19 la statua della fondatrice delle Ancelle della Carità, recante in mano un Crocifisso, diviene agli occhi di Pierina come una apparizione vivente e il crocifisso palpitante e stillante sangue vivo dal costato. La beata Maria Crocifissa invitò a quel punto Pierina a recitare la preghiera: “Gesù mio, misericordia, perdonate i nostri peccati”, mentre la veggente raccolse gocce di quel sangue con il purificatoio presente in cappellina. A quel punto le apparve ancora la Madonna con le tre rose sul petto e le disse: «Per l’ultima volta vengo a chiedere la devozione già raccomandata altre volte. Il mio Divin Figlio ha voluto lasciare tracce del suo preziosissimo sangue per testimoniare quanto grande è il suo amore per gli uomini, dai quali è ricambiato con gravi offese. Prendi il purificatoio e mostralo ai presenti». (Cosa che Pierina fece, tra lo stupore generale delle persone radunate in cappellina). Poi la Vergine continuò: «Sia riferito a Mons. Vescovo il fatto testé avvenuto e si dica a lui che si verificheranno conversioni e risveglio di fede. Io mi sono interposta come mediatrice tra gli uomini e, in particolare, per le anime religiose; e il mio divin Figlio, stanco delle offese continuamente ricevute, voleva esercitare la sua giustizia».

In questo richiamo alla funzione mediatrice di Maria che trattiene il braccio del Figlio pronto a punire gli uomini come giustizia divina esigerebbe si ritrova un motivo presente in numerose altre apparizioni, da quelle di Caravaggio a quelle di La Salette, da Fatima a Kibeho. Poi la Vergine continuò: «Desidero vivamente che l’istituto delle suore Ancelle della Carità sia il primo a onorarmi con il titolo di “Rosa Mistica». Piegandosi verso Pierina le disse: «Vivi d’amore!», poi lentamente scomparve. Un grande segno, dunque. Che venne in parte vanificato dal fatto che il purificatoio, portato in curia per esser sottoposto ad analisi dopo che il Vescovo ebbe appreso dell’accaduto, misteriosamente scomparve senza lasciare traccia. Notiamo poi le parole della Vergine: «Vengo per l’ultima volta…», poiché le successive apparizioni avverranno in duomo, dove la Madonna si rivolgerà non più solo alle anime consacrate ma a tutto il popolo cristiano.

Si giunge così alla domenica del 16 novembre 1947. Pierina si trova nel duomo di Montichiari, ed è appena terminata la Messa delle 7 del mattino e la veggente sta facendo il ringraziamento per la Santa Comunione. A un tratto le appare Maria “Rosa Mistica”, nel centro della Chiesa, con il volto triste, quasi senza forze, e le disse: «Nostro Signore, il mio divin Figlio Gesù, è stanco di ricevere grandi offese dagli uomini per i peccati contro la purità. Egli vorrebbe mandare un diluvio di castighi. Sono intervenuta perché avesse ancora misericordia, perciò chiedo preghiera e penitenza in riparazione di questi peccati». Fece quindi riferimento alle apparizioni di Ghiaie di Bonate, alla piccola Adelaide Roncalli, avvenute tra il 13 e il 31 maggio 1944, dicendo: «Ecco perché a Bonate nostro Signore, il mio diletto Figlio Gesù, ha ritirato le sue grazie: perché il luogo consacrato, anziché essere meta di preghiera, è stato profanato ed è diventato peste di peccati contro la purità, e si nega la realtà della mia presenza». Concluse poi dicendo: «Che gli uomini non commettano più peccati contro la purità. Io darò la mia grazia a coloro che ripareranno questi peccati». In questa prima apparizione nel duomo – dopo le prime tre presso le Ancelle della Carità – colpisce il riferimento a Ghiaie di Bonate, che permette di inserire i fatti di Montichiari e Fontanelle nel più ampio contesto delle apparizioni mariane moderne, partendo da Fatima, poco sopra già richiamata. Ed è evidente come il messaggio di Maria vada ormai allargandosi ai fedeli tutti, chiedendo a questi riparazioni in termini di preghiera e sacrifici per i peccati contro la purezza.

La seconda apparizione in duomo avviene pochi giorni dopo, il 22 novembre 1947. É un’apparizione particolare. Come già avvenuto nella precedente, la Vergine chiede a Pierina di tracciare con la lingua 4 croci su alcune mattonelle del duomo in segno di penitenza e purificazione - ci ricorda l’Immacolata che chiede a Bernadette, in quel di Lourdes, di mangiare erba amara e bere acqua fangosa. E poi le consegna tre segreti: uno personale, uno per il Santo Padre e un altro ancora, raccomandandole di mettere tutto per iscritto e di non svelarli fino a quando Ella glielo avrebbe comandato. Poi la Vergine precisò che la terza categoria di anime consacrate che «tradiscono come Giuda» non sono quelle semplicemente attaccate al denaro, ma che invece compiono proprio un tradimento alla pari dell’Iscariota. Annunciò quindi che l’8 dicembre, a mezzogiorno, sarebbe tornata per concedere l’ora di grazia: «L’ora di grazia sarà un avvenimento di grandi e numerose conversioni. Questo tu lo dirai personalmente a Monsignore Vescovo di Brescia». Dopo aver rinnovato l’invito a non più peccare, promise grandi grazie per quanti avessero portato «lacrime di pentimento» sopra le quattro mattonelle segnate in precedenza da Pierina con altrettante croci, dicendo: «Anime indurite, gelide come questo marmo, saranno toccate dalla grazia divina e diverranno fedeli e vere amanti del Signore». 

Domenica 7 dicembre la Vergine apparve ancora a Pierina mentre questa si trovava in duomo insieme alla superiora e al confessore. Il manto candido della Madonna era sorretto da due bambini, ovvero Giacinta e Francesco, i piccoli pastorelli di Fatima, come la Vergine stessa rivelerà nel corso della apparizione alla veggente. Ecco dunque che si svela e si compie il legame tra Fatima, Ghiaie di Bonate e Montichiari: dapprima la Madonna chiede la consacrazione dell’umanità, poi delle famiglie, infine delle anime consacrate. Come la Madonna stessa dice: «A Fatima feci diffondere la devozione della consacrazione al mio Cuore. A Bonate cercai di farlo penetrare nella famiglia cristiana. Invece qui a Montichiari desidero che la devozione già accennata “Rosa Mistica”, unita alla devozione al mio Cuore, venga approfondita negli istituti religiosi, affinché le anime religiose attirino grazie abbondanti dal mio materno Cuore». Poi aggiunse «occorrerà pregare tanto per la conversione della Russia», ribadendo quanto già detto proprio in occasione delle apparizioni di Fatima. L’apparizione si conclude con la promessa di tornare l’indomani. Le domande di sacerdoti, dottori e autorità pongono la povera veggente sotto pressione, al punto che ebbe a scrivere nel suo diario: «Non ebbi mai un minuto di pace per godere da sola il dolce e celeste ricordo di Maria».

Si giunge così alla quarta e ultima apparizione nel duomo di Montichiari, nella Festa della Immacolata Concezione, 8 dicembre 1947. Le autorità ecclesiastiche avvertirono Pierina di non recarsi in duomo poiché temevano il grande concorso di folla che si sarebbe recata in duomo in attesa di qualche segno straordinario. La tenacia di Pierina ebbe però la meglio e riuscì a ottenere il permesso di recarsi egualmente in duomo. Si dice che si fossero radunate migliaia di persone. Mancava poco a mezzogiorno. Postasi al centro della chiesa, la veggente iniziò la recita del Santo Rosario, quand’ecco le apparve una grande scala bianca, lunga una quindicina di metri e larga circa cinque, con ringhiere fatte di innumerevoli rose bianche, rosse e gialle. In cima alla scala stava la Madonna “Rosa Mistica”, questa volta senza le rose sul petto. Sorridendo, la Vergine volse gli occhi al Cielo e disse: «Io sono l’Immacolata Concezione», poi, facendo alcuni passi in avanti, aggiunse: «Io sono Maria di Grazia, Madre del divin Figlio Gesù Cristo. Per la mia venuta a Montichiari desidero essere chiamata Rosa Mistica… Desidero che ogni anno il giorno 8 dicembre si pratichi mezzogiorno l’ora di grazia universale; con questa pratica si otterranno numerose grazie spirituali e corporali… Sia riferito al più presto possibile al sommo padre della Chiesa cattolica, papa Pio XII, che desidero che quest’ora di grazia sia conosciuta ed estesa a tutto il mondo». 

Chiese quindi che venisse fatta una statua somigliante alla “Rosa Mistica” e deposta sulle 4 mattonelle segnate con le croci da Pierina nelle precedenti apparizioni. Dopo un fugace riferimento a Bonate («Ah, Bonate, Bonate: manca fede!»), disse che la scala rappresentava la possibilità per chiunque si fosse rivolto con devozione alla Rosa Mistica di trovare una via sicura per salire al Suo Cuore Immacolato e ottenere per suo tramite grazie e protezione. A questo punto, la Madonna aprì il manto e mostrò il petto su cui spiccava il Suo Cuore Immacolato, su cui erano puntate le tre rose – bianca, rossa e gialla – avvolte dalla sfolgorante luce che usciva dal cuore stesso. La Vergine disse: «Ecco il cuore che tanto ama gli uomini, mentre la maggior parte di essi lo ricambia con oltraggi». La Madonna svelò quindi a Pierina le afflizioni e le umiliazioni che la attendevano per il futuro, poi sorrise e scomparve. 

La reazione del popolo fu molto positiva, anche per alcune guarigioni che accompagnarono l’apparizione, mentre le autorità della curia impedirono che Pierina avesse contatti con la popolazione e la inviarono a Brescia, presso l’istituto delle Ancelle della Carità, dove fu esortata a vivere ritirata, vestendo l’abito di probanda. Le visite specialistiche cui venne sottoposta furono causa di profonda umiliazione – come la Vergine le aveva predetto proprio l’8 dicembre – poiché venne pregiudizialmente giudicata una poveretta, un’illusa, un’isterica o una pazza. Anche il vescovo la ricevette, privatamente, ma si limitò a esortarla a farsi santa e a ritirarsi in qualche casa di suore per evitare fermento tra il popolo. Finalmente nel maggio 1949 Pierina, deposto l’abito delle Ancelle della Carità, venne accolta in convento dalle suore francescane del Giglio di Brescia. Presso tali religiose la veggente rimase 19 anni, accolta per carità, prestando servizio come infermiera, benché ella stessa necessitasse spesso di cure per le precarie condizioni di salute. L’umiliazione raggiunse per lei il vertice quando le fu imposto di non diventare suora, ma di prestare ubbidienza come se lo fosse. Lei, che tanto si era spesa per le anime consacrate, si trovava a immolare in loro favore la sua stessa vocazione! Di conforto le fu però la vicinanza della signorina Lucia Mazzotti, poi grande promotrice della devozione alla Rosa Mistica, e soprattutto le furono di sostegno le frequenti apparizioni della beata Maria Crocifissa Di Rosa.

Furono anni di attese e di sofferenze, sia fisiche, per le gravi e spesso misconosciute malattie e infermità, sia morali, per le incomprensioni e gli ostacoli incontrati dalle persone intorno a lei, autorità e confessore compresi. Eppure in tutto questo Pierina resisteva, fino all’eroica preghiera pronunciata il 6 febbraio 1952: «Gesù ti offro con tutto il cuore e con tutte le forze dell’animo mio il sacrificio di non essere creduta dai superiori, anzi aiutami a desiderare di essere disprezzata dagli uomini, purché tu sia glorificato e amato. Rivolgi, o Gesù pietoso, lo sguardo sulla mia povera anima; santificala e rendila vero strumento a tuo compiacimento». Si giunge così al secondo periodo delle apparizioni, in cui la Madonna compare più volte a Pierina (il 5 aprile 1960, il 6 dicembre 1961 e il 27 aprile 1965) fino all’apparizione del 27 febbraio 1966, dove  preannuncia la sua venuta alle Fontanelle per il 17 aprile 1966, dicendo anche che avrebbe benedetto la fonte là presente, rendendola miracolosa e dando così inizio a una nuova missione per Pierina, una missione – dice la Vergine – «d’azione e da apostola, non più nascosta, non più ritirata». Disse anche che avrebbe permesso che fossero resi pubblici i segreti consegnati alla veggente nel 1947, legandoli però a condizioni che non si verificarono, poiché il vescovo, temendo la delusione delle folle, impedì la pubblicità del fatto e il richiamo dei fedeli.

Fontanelle è una località in aperta campagna, a circa 3 km da Montichiari, e deve il suo nome al fatto che sono presenti diverse sorgenti che scaturiscono in quella zona. Pierina ha ormai 54 anni e si trova ancora ospite presso le suore francescane del Giglio di Brescia. La mattina del 17 aprile 1966 Pierina si recò così, con i mezzi pubblici, in compagnia della sola amica Lucia, a Fontanelle. Durante la recita del Santo Rosario, ecco che la veggente sente il noto venticello che preannuncia la venuta della Madonna. Dopo poco la Vergine si presenta sulla rustica scala che dalla strada conduceva alla fonte presso la quale si trovava Pierina che nel frattempo si era inginocchiata sul primo gradino della scala stessa. La Vergine le disse: «Il mio divin Figlio Gesù è tutto amore. Mi ha inviata a rendere miracolosa questa sorgente» .Notiamo come la Vergine chiarisca sempre che è mandata dal Signore stesso; colpisce poi la divina misericordia nel mantenere la promessa di benedire la fonte, benché non ci sia stato il concorso di fedeli che la Madonna aveva auspicato. La veggente discese quindi i gradini della scala, baciandoli con devozione, mentre la Madonna scendeva con lei, chiedendole quindi che fosse messo un crocifisso al termine della scala affinché «gli ammalati e tutti i miei figli, prima di prendere o bere acqua, chiedano perdono al mio divin Figlio con un bel bacio d’amore». La Vergine chiese quindi a Pierina di prendere del fango, lì vicino alla fonte, e di lavarsi poi con l’acqua della fonte, per mostrare «che il peccato nell’anima dei figli diventa fango, ma lavàti con l’acqua della grazia, diventano purificati e degni delle grazie». Quindi la Madonna tocca l’acqua della fonte, in due punti. Disse quindi a Pierina che desiderava che i malati e tutti i suoi figli si recassero lì, dopo esser però passati per la chiesa di Montichiari, come segno dell’amore che la Madonna portava per la parrocchia retta da don Francesco Rossi. 

La mattina del 13 maggio 1966, Pierina sentì in cuor suo il richiamo della Vergine che la attendeva a Fontanelle. Recatasi presso la fonte miracolosa, la veggente ebbe la seconda apparizione. La Madonna le richiamò la necessità della preghiera, del sacrificio e della penitenza e poi chiese che venisse fatta una vasca per gli ammalati, ribadendo infine che desiderava essere chiamata “Rosa Mistica” e spiegando che il suo manto che così sovente apriva, stendendo le braccia, significava il suo amore materno che desiderava avvolgere l’umanità intera. La terza apparizione alle Fontanelle avvenne il 9 giugno 1966, festa del Corpus Domini, dopo che la veggente vi si era recata nuovamente spinta da una voce interiore. Questa volta diversi fedeli erano presenti sul luogo. La Vergine questa volta espresse a Pierina il desiderio che il grano dei campi circostanti diventasse frumento per farne particole per Sante Comunioni riparatrici e che a tal fine fosse inviato a Roma e da là a Fatima per il 13 ottobre. Disse quindi che desiderava che fosse eretta una pensilina presso la fonte e che il 13 ottobre la statua della Rosa Mistica fosse portata processionalmente da Montichiari a Fontanelle; tutto questo però doveva esser preceduto dalla consacrazione al suo Cuore Immacolato da parte della gente di Montichiari. 

Infine, la quarta e ultima apparizione avvenne il 6 agosto 1966, festa della Trasfigurazione. Avvertito il richiamo interiore della Vergine, Pierina chiese e ottenne il permesso del confessore per recarsi a Fontanelle (notiamo come sia sempre presente la più profonda e umile obbedienza della veggente nei confronti dei superiori, prova questa della sua fede e credibilità), dove erano presenti numerosi fedeli. La Vergine chiese la comunione riparatrice del 13 ottobre come iniziativa mondiale da ripetersi ogni anno. Quindi ribadì il suo ruolo di mediatrice celeste: «Dopo che io fui assunta in Cielo, mi sono sempre interposta come Mediatrice tra il mio divin Figlio Gesù Cristo e tutta l’umanità! Quanti favori! Quanti castighi ho fermato! Quanti colloqui ho avuto con le anime! Quante visite feci ancora sulla terra a portare messaggi! Ma gli uomini continuano ancora a offendere il Signore. Ecco perché del mio desiderio dell’unione mondiale della Santa Comunione riparatrice: è un atto di amore e riconoscenza da parte dei figli verso il Signore».   Questa fu l’ultima volta che Pierina poté recarsi a Fontanelle, poiché il 24 agosto 1966 il cancelliere della curia si recò dalla veggente per comunicarle l’ordine del vescovo di non recarsi più a Fontanelle. Di tale atto di ubbidienza fu scritto un verbale firmato da Pierina come segno della piena sottomissione ai superiori. Si chiudeva così la seconda fase delle apparizioni.

Benché la Madonna avesse espressamente chiesto a Pierina di svolgere la sua missione a Fontanelle, il vescovo non diede mai il permesso alla Veggente di recarsi sul luogo delle apparizioni. Successivamente Pierina poté trasferirsi in una casa presso Montichiari, non vicina alla fonte ma neppure troppo lontana; grazie alla carità di alcuni benefattori, la casa poté dotarsi di una cappella privata, dove Pierina ebbe finalmente un’apparizione il 25 luglio 1971, nel corso della quale la Vergine la esortava alla missione della carità e del perdono. Nel frattempo il confessore, padre Giustino Carpin, superava l’antico scetticismo e si apriva ai fatti di Fontanelle; mentre il parroco di Montichiari (dal 1949 al 1971), mons. Francesco Rossi, si dedicava a soddisfare le richieste della Rosa Mistica, propagandone la devozione. L’Opera, proprietaria del terreno delle Fontanelle, guidata dai padri Francescani Conventuali, cedette la proprietà ai figli di Don Orione nel 1976. Frattanto Pierina continuava la sua discreta missione di accoglienza dei pellegrini presso casa propria, dando consigli, conforto e preghiere. Costretta infine sulla carrozzella per le molte infermità, si spense serenamente a Montichiari il 12 gennaio 1991. Gli anni dal 1969 al 1976 furono segnati ancora da diverse apparizioni della Vergine a Pierina, nel corso delle quali ribadì l’esigenza di pregare, soprattutto con il Santo Rosario, per riparare le offese a Gesù, invitando gli uomini ad accorgersi delle tenebre del peccato che hanno avvolto i loro cuori e a ricorrere ai mezzi infallibili per purificare il cuore e tornare a Dio: la preghiera, il sacrificio, la penitenza.

Domenica 22 aprile 2001, prima domenica dopo Pasqua, mons. Sanguineti, vescovo di Brescia, ha riconosciuto ufficialmente il culto di Maria Rosa Mistica di Fontanelle dinanzi a oltre 50.000 fedeli presenti. Questo riconoscimento è stato concesso dall’autorità ecclesiastica in virtù dei copiosi frutti di guarigione fisica e spirituale che in questi anni hanno accompagnato la devozione popolare a Maria Rosa Mistica che da Fontanelle si è diffusa nel mondo, portando ovunque guarigioni miracolose e conversioni davvero stupefacenti. Quando mi sono recato in pellegrinaggio la prima volta presso questo “santuario a cielo aperto” sono rimasto davvero colpito dalla vitalità di fede e preghiera che si respira in quel luogo. Certo, era un ponte festivo, ma mi sono recato là nella mattina del lunedì 7 dicembre 2009, vigilia dell’Immacolata. Giunto abbastanza presto presso la grande struttura che copre circa 300 posti a sedere, mi sono inginocchiato presso la scala dell’apparizione del 17 aprile 1966, dopo aver baciato il crocifisso e aver chiesto perdono a Gesù dei peccati. Quindi ho bevuto alla fonte miracolosa e infine ho voluto entrare nella vasca – ove l’acqua convogliata dalla fonte raggiunge circa i 30 cm di profondità – per percorrerla in preghiera, come richiesto dalla devozione alla Rosa Mistica. Si tratta di una vasca lunga 4/5 metri e larga circa 3, con una ringhiera nel mezzo per potersi appoggiare mentre la si percorre come in cerchio, andando a rendere omaggio a una riproduzione della statua della Rosa Mistica che si trova sul bordo più esterno della vasca. Nonostante la rigida temperatura invernale, posso dirvi che non ho sentito alcun disagio nel percorrere lentamente, a piedi scalzi, la vasca, e l’acqua è rapidamente asciugata, come spontaneamente si vede accadere quando ci si reca in pellegrinaggio a Lourdes… ho pensato che sia dunque opportuno, come si sente fare, indicare Fontanelle come la “piccola Lourdes italiana”. Ma quello che mi ha sorpreso è che la parete della soprastante la vasca è interamente coperta da ex voto provenienti da tutto il mondo con ringraziamenti per guarigioni fisiche e conversioni.

Nonostante la rigida temperatura esterna e interna (la struttura che ingloba la fonte, la vasca, la scala, i circa 300 posti a sedere e l’altare per le celebrazioni, per quanto chiusa, non è, infatti, dotata di riscaldamento o perlomeno questo non era in funzione quando mi ci sono recato), mi sono seduto per pregare il Santo Rosario. All’ingresso infatti un cartello ben in vista diceva: “ore 10.00 santo Rosario”. Ogni giorno. E così è stato. Un anziano (che ho supposto fosse membro dell’Associazione Rosa Mistica-Fontanelle che si occupa di gestire il luogo e la devozione) ha iniziato la preghiera; abbiamo risposto in 4/5, cioè i fedeli presenti. Mi sono assorto nella preghiera. Terminato il Rosario, mi sono accorto che a poco a poco erano giunti pellegrini per arrivare a oltre cento fedeli che pregavano insieme il Santo Rosario. Questo è quello che considero il più grande segno che ho personalmente visto a Fontanelle: la forza della preghiera che, per intercessione della Vergine Maria, chiede a Dio la grazia del perdono dei peccati e della conversione. Con questi sentimenti di filiale confidenza in Maria, mediatrice tra Dio e gli uomini, desidero invitarvi a pregare con me, cari amici, rivolgendoci tutti a Maria Rosa Mistica:

 

Preghiera a Maria SS. Rosa Mistica 

 

Vergine Immacolata, Madre di Grazia, Rosa Mistica, a onore del Tuo Divin Figlio ci prostriamo davanti a te per implorare da Dio misericordia: non per i nostri meriti, ma per bontà del Tuo Cuore Materno, chiediamo aiuti e grazie sicuri che ci esaudirai! 

(Ave Maria…)

Madre di Gesù Regina del Santo Rosario e Madre della Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, imploriamo per il mondo riarso dalle discordie il dono dell’unità e della pace e tutte quelle grazie che possono convertire i cuori di tanti tuoi figli! 

(Ave Maria…)

Rosa Mistica, Regina degli Apostoli, fa’ fiorire attorno agli Altari Eucaristici numerose vocazioni religiose e sacerdotali che, con la santità della vita e lo zelo ardente per le anime, possano estendere il Regno del Tuo Gesù in tutto il mondo!

Ricolma pure noi dei tuoi favori celesti! 

Amen